Fu di ben altro spessore l’ultima
mobilitazione che si ricordi contro l’abbattimento di centinaia di alberi ma non
solo per ricavare oltre un migliaio di parcheggi «a raso», nel Quadrilatero (1996,
Mario Spallone1). Più che indugiare su qualche testata giornalistica o
gingillarsi su Facebook, i contestatori ricorsero al Tribunale amministrativo
regionale. […] Fu tirata in ballo: a) la botanica – non sarebbero stati
sostituiti tutti gli alberi e molti furono diversi di quelli piantati in
origine – certo più bassi e meno folti dei Prunus
ai nostri giorni; b) la storia – diversi chilometri di marciapiedi furono ridotti
dopo nemmeno ottant’anni dalla loro costruzione; c) l’urbanistica – una tale
misura avrebbe drogato il traffico al centro, producendo ingorghi.
Poco prima di Ferragosto si è capito in
città che l’eliminazione delle piante, la nuova piantumazione e la copertura erano
due progetti diversi, per quanto collegati; il primo proveniente dal Comune.
Giuseppe Angelosante (STI) considerava: «L’errore è stato fatto al momento
della messa a dimora, scegliendo l’essenza sbagliata; oppure venti o trenta
anni fa, quando sarebbe stato opportuno operare di ringiovanimento, come da
manutenzione prevista nelle aree urbane», 13 agosto 2019. Quella frase mi ricorda
quando furono eliminate alcune robinie in piazza B. Orlandini e via G.
Garibaldi (agosto 2013). […]
Diversi personaggi ci hanno fatto
comprendere quanto poco conoscevamo simili argomenti, negli ultimi anni. Francesco
Eligi scriveva: «Gli alberi verranno poi rimpiazzati da 8-9 alberelli del tipo prunus, unica pianta che sembra piacere
agli attuali politici avezzanesi», 6 giugno 2019. Angelosante precisava: la
manutenzione del verde pubblico «non è
solo potatura, ma anche e soprattutto il ringiovanimento, previsto quando un
albero, anche se non malato, raggiunge dimensioni incompatibili con il tessuto
urbano». Ecco perché un pubblico amministratore preferisce, dentro
l’abitato, essenze la cui altezza massima non superi quella degli edifici
circostanti. Consiglia lo stesso il sorprendente – per violenza – nubifragio
che investì la nostra zona il 14 ottobre 2015, i successivi flash flood – approfittò di quei
fenomeni alcuni privati per liberarsi di vecchie, pericolanti piante in
giardino o nell’orto. […] Inoltre: chi è quello sprovveduto che avrebbe
progettato una simile struttura presso piante così avanti con gli anni?
Un sindacalista aveva lamentato la
mancanza nel presidio per impedire l’abbattimento degli alberi di qualche
associazione ambientalista (14 giugno 2019). Tali associazioni mancavano già
dall’anno precedente. Il progetto di restyling
era stato presentato
al pubblico il 7 marzo 2018. […] Kristin
Santucci riferisce le parole di Gabriele De Angelis, riguardanti l’apertura del
cantiere: «i primi giorni di maggio» (IlCapoluogo,
18 aprile 2019). Che ne sappia io il primo comunicato contro detto restyling proviene dal Partito Democratico,
il 5 giugno 2019. In un reportage sul
clima pre-elettorale avezzanese lo stesso giornalista racconta sulla medesima testata
aquilana – lo scorso 7 novembre –, di «polemiche mai spente – con il T-red e il taglio degli alberi a Piazza del Mercato a farla da padroni». (È
stata abbattuta il 18 agosto la prima pianta, mentre la settima il 4 novembre
2019: è infantilismo).
In quel clima conflittuale, l’ex
assessore all’Ambiente (Crescenzo Presutti) metteva in fila le analisi, i
censimenti ricavati durante il suo incarico e raccontava al Centro: «Il saldo in negativo, frutto di
30 anni di disattenzione delle amministrazioni, ammonta a oltre mille alberi»,
18 agosto 2019. (Era solo un modo per uscire dall’angolo, benaltrismo, una contromossa, una manovra diversiva la sua o anche,
invece, la sintesi di un grosso, annoso problema di tipo amministrativo?). […]
(3/5)
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