martedì 14 gennaio 2020

Disvelamenti

Sono un po’ impicciato e non ho molto tempo per scrivere, vi mollo l’ultima sorta di plaquette uscita l’anno scorso. (Non ne sanno niente quelli che vivono fuori). Ho accorciato il testo, eliminato la dedica, ma alla fine, io vi mollerò un bonus track – come dicono i discografici. Comincio.

Da piccolo, mi capitava di ascoltare qualcuno fantasticare davanti a uno dei terreni incolti rimasti nel centro d’Avezzano: «Ci escono due, addirittura tre piani!». Si ripeteva lo stesso copione quando l’argomento era la campagna fucense: molti, pur non essendo contadini, proponevano una coltura più redditizia. Altri tempi. Oggi è raro incontrare qualcuno che se n’esca con un: «Qui, ci farei i ‘soldi neri’ con una pizzeria, altro che vestiti…».

La recente vicenda di piazza del Mercato è stata raccontata, da chi ha partecipato alla «battaglia» per non far abbattere i sette alberi, seguendo in qualche maniera un copione populista: «popolo» vs «élite». (Il tema ambientale era il cavallo di Troia per respingere il restyling di quel posto). Era stato abbandonato proprio da tutti per via di quel progetto, Gabriele De Angelis – uno che aveva ribaltato il risultato sfavorevole nel primo turno delle scorse Amministrative? Non piaceva davvero a nessuno che so, la copertura di vetro in mezzo alla piazza? […] No, la realtà era più varia della rappresentazione che è stata proposta da diversi soggetti: si sono registrati favorevoli, contrari e indifferenti, come sempre succede nella vita sociale. (1/5)

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