«Simul stabunt, simul cadunt». («Ca-dent, ca-dent…»). A proposito
di Giovanni Di Pangrazio, provo adesso a «riabilitare» il fratello, dopo ciò
che è stato scritto su di lui negli ultimi anni. Non m’interessano altri legami
tra i due una volta stabilito che appunto, loro sono fratelli e le
responsabilità – in una società come la nostra –, sono personali.
In tutto questo tempo,
avrei preferito leggere attacchi a Giuseppe Di Pangrazio perché il giorno n, ha commesso in consiglio regionale lo
sfondone alfa, oppure il giorno m la gaffe
o lo sgarbo beta: la cronaca, la politica più dei giudizi
morali, moralistici o sul suo carattere di quando in quando – sarà capitato
anche a lui di sbagliare, dopotutto. (Ha mai avuto in questo periodo in Regione
– anche nel primo mandato – dei rapporti con faccendieri, gente ambigua o
chiacchierata, con la malavita più e meno organizzata?).
Vent’anni fa descrissi il
comportamento di personaggi, di figure simili: sono cooptati dall’alto
e devono comportarsi in un certo modo altrimenti sono rapidamente sostituiti
dallo stesso sistema che li ha portati a galleggiare. (Era perciò una
situazione evidente, da anni e non una mia scoperta). Domanda: sempre? No
ovviamente, se in Abruzzo provieni da una città come Pescara (120mila abitanti)
invece di Avezzano o addirittura Collarmele (nemmeno 900 abitanti) e noi
purtroppo parliamo di un politico che è stato tratto dal capoluogo della
Marsica. Si comporterebbe allo stesso modo un’altra persona (uomo, donna,
eccetera), di un altro partito, di un’altra generazione? Certo che sì.
Nomino delle città, dei
bacini elettorali perché si deplora tradizionalmente
un nostro rappresentante regionale o nazionale colpevole di far giungere immancabilmente scarsi quattrini dalle
sue parti. Già: «Cosa ha fatto Giuseppe per la Marsica?» si chiedeva qualcuno
in un editoriale, in L’insostenibile
evanescenza del Presidente Giuseppe Di Pangrazio, in «AvezzanoInforma» 9
maggio 2016. Succede ciò perché l’elettore medio avezzanese immagina che in
consiglio regionale o nelle aule parlamentari, si passi il tempo a parlare del
penoso stato in cui versa piazza Torlonia o delle buche sugli stretti marciapiedi
di via Emilia (sta nel Quadrilatero); s’ignora anche che un paese di mille
anime riceva meno fondi dallo Stato, dalla Regione rispetto a un altro, di
dieci-, centomila abitanti. (Il meccanismo di cooptazione del rappresentante
locale è lo stesso). Si conosceranno minuziosamente le liste elettorali quando
sarà pubblicato questo post. Spero che il presidente del Consiglio regionale,
non abbia reso concreta la voce – «Sarebbe pronto a candidarsi come consigliere
comunale», in M. Tirabassi, Elezioni 2017 ad Avezzano, nella “mischia”
spunta anche il nome di Giuseppe Di Pangrazio, in «TerreMarsicane» 7 aprile
2017 – di una lista d’appoggio al fratello: io me la risparmierei al posto suo.
Ho apprezzato il suo
silenzio sulla questione degli «stranieri» in campagna elettorale ad Avezzano,
evocata dal fratello. Non poteva andare diversamente d’altra parte. (21/22)
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