Più di un candidato sindaco
ha accennato allo scarso peso politico attuale della città in Abruzzo: dobbiamo
contare di più – «il ruolo che le compete» è stato ripetuto qua e là. Gli
stessi dimenticano però di farci sapere com’è possibile agguantare un tale
obiettivo. (Farsi votare alle Amministrative non è una soluzione). Avezzano è la quinta città d’Abruzzo per
numero di abitanti, come rimontare posizioni e superare le precedenti: Chieti,
Teramo, L’Aquila? (Almeno la prima anche se non servirebbe a molto perché siamo
troppo vicini all’Aquila; Pescara è fuori dalla nostra portata). Nell’ultimo
quinquennio la città ha preso ad auto-celebrarsi più che in precedenza e il grosso
guaio è che se ne accorgono soprattutto quelli di fuori.
È anche successo che un
candidato sindaco – che non nomino, anche questa volta – abbia applaudito più
di un’operazione di polizia. Lui pensa che se eletto le forze dell’ordine
residenti in città passino alle dipendenze del Comune? Il punto non è questo soprattutto
quando c’è in mezzo il recente sequestro, dalle nostre parti, di 11 kg di droghe
(leggera, pesante). Presa per buona la percentuale nazionale del consumo di
sostanze illegali, è facile ipotizzare che ad Avezzano vi siano almeno duemila persone interessate… all’oggetto
del sequestro. Duemila cittadini o almeno milleottocento – data la giovane età
di una parte degli acquirenti –, che l’11 giugno dovrebbero recarsi alle urne.
Quanti di questi eterodossi consumatori preferiranno il candidato sindaco in
questione: decine, centinaia? Tutto qua.
Poteva mancare come tema l’eroica
battaglia – oltre che di retroguardia e antistorica – alla grande
distribuzione? No. Se n’è parlato ancora e diffusamente, nonostante un
ventennio d’insuccessi. (Tornerò prima possibile sull’argomento).
Immaginavo che qualcuno
tirasse fuori – adeguatamente – la vicenda dell’ex-ferrovia dello zuccherificio:
il caso è balzato di nuovo alle cronache circa tre mesi fa, quando l’ambiente politico locale era in fermento per
via delle candidature. (Ho sopravvalutato più di un candidato, lo ammetto).
Non ho capito perché alcuni
candidati consigliere comunale, hanno
aperto una sede elettorale: per farne cosa? I «faccioni»? I principali
candidati sindaco non hanno lesinato nell’impiego delle «vele»: è dopotutto un
veicolo pubblicitario. Mi è capitato in più occasioni di attraversare la piazza principale e notarne
parcheggiate diverse – il loro numero crescerà, con l’approssimarsi delle
elezioni. La mia domanda è: si assisterebbe a un simile spettacolo nella piazza
principale o in quelle più importanti di Roma, Napoli, Milano, Torino? Il
romano, il napoletano, il milanese, il torinese di passaggio da noi in questo
periodo, non si farà certo una buona idea di noi. (5/6)
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