giovedì 8 giugno 2017

4 way street 27

Più di un candidato sindaco ha accennato allo scarso peso politico attuale della città in Abruzzo: dobbiamo contare di più – «il ruolo che le compete» è stato ripetuto qua e là. Gli stessi dimenticano però di farci sapere com’è possibile agguantare un tale obiettivo. (Farsi votare alle Amministrative non è una soluzione). Avezzano è la quinta città d’Abruzzo per numero di abitanti, come rimontare posizioni e superare le precedenti: Chieti, Teramo, L’Aquila? (Almeno la prima anche se non servirebbe a molto perché siamo troppo vicini all’Aquila; Pescara è fuori dalla nostra portata). Nell’ultimo quinquennio la città ha preso ad auto-celebrarsi più che in precedenza e il grosso guaio è che se ne accorgono soprattutto quelli di fuori.
È anche successo che un candidato sindaco – che non nomino, anche questa volta – abbia applaudito più di un’operazione di polizia. Lui pensa che se eletto le forze dell’ordine residenti in città passino alle dipendenze del Comune? Il punto non è questo soprattutto quando c’è in mezzo il recente sequestro, dalle nostre parti, di 11 kg di droghe (leggera, pesante). Presa per buona la percentuale nazionale del consumo di sostanze illegali, è facile ipotizzare che ad Avezzano vi siano almeno duemila persone interessate… all’oggetto del sequestro. Duemila cittadini o almeno milleottocento – data la giovane età di una parte degli acquirenti –, che l’11 giugno dovrebbero recarsi alle urne. Quanti di questi eterodossi consumatori preferiranno il candidato sindaco in questione: decine, centinaia? Tutto qua.
Poteva mancare come tema l’eroica battaglia – oltre che di retroguardia e antistorica – alla grande distribuzione? No. Se n’è parlato ancora e diffusamente, nonostante un ventennio d’insuccessi. (Tornerò prima possibile sull’argomento).
Immaginavo che qualcuno tirasse fuori – adeguatamente – la vicenda dell’ex-ferrovia dello zuccherificio: il caso è balzato di nuovo alle cronache circa tre mesi fa, quando l’ambiente politico locale era in fermento per via delle candidature. (Ho sopravvalutato più di un candidato, lo ammetto).

Non ho capito perché alcuni candidati consigliere comunale, hanno aperto una sede elettorale: per farne cosa? I «faccioni»? I principali candidati sindaco non hanno lesinato nell’impiego delle «vele»: è dopotutto un veicolo pubblicitario. Mi è capitato in più occasioni di attraversare la piazza principale e notarne parcheggiate diverse – il loro numero crescerà, con l’approssimarsi delle elezioni. La mia domanda è: si assisterebbe a un simile spettacolo nella piazza principale o in quelle più importanti di Roma, Napoli, Milano, Torino? Il romano, il napoletano, il milanese, il torinese di passaggio da noi in questo periodo, non si farà certo una buona idea di noi. (5/6)

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