mercoledì 28 giugno 2017

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Riprendo. In molti hanno trattato la vicenda dall’anno scorso incastrandola con altri appuntamenti elettorali. Mi chiedo per loro – che oggi se lo risparmiano: che fine farà l’alleanza che oggi governa l’Abruzzo, nell’immediato o alle prossime Regionali? Matteo Salvini ha chiesto le dimissioni di Paolo Gentiloni per il risultato poco lusinghiero del suo schieramento alle ultime Amministrative, un voto che ha riguardato nemmeno un italiano su dieci mentre qui in Abruzzo tutto tace, nonostante D’Alfonso – la Regione – abbia nuovamente più di un problema con la propria alleanza elettorale. Mi auguro di non dover registrare crisi di sorta nel governo regionale, ma nemmeno mi consola che queste siano evitate per l’attaccamento alla poltrona da parte degli eletti. (Non che m’interessi più di tanto, non votando neanche alle Regionali).
I due principali schieramenti hanno accumulato dei voti da spendere a stretto giro: le Politiche dell’anno prossimo. Il raggruppamento maggioritario, quello con possibilità di eleggere qualcuno in Parlamento, potrebbe candidare un non-avezzanese. Non ho niente in contrario a votare qualcuno della città castellana o della Vaterland, ma nell’attuale congiuntura preferisco altro. Nel senso: restando così le cose, per me vi sono quattro possibilità su cinque di non recarmi al seggio nemmeno alle Politiche del 2018; scegliere al massimo Giorgio Fedele – per un partito che mal sopporto, a dir poco.
È nel frattempo iniziata la beatificazione del nuovo sindaco da parte dei mezzi d’informazione (embedded); c’è chi ha usato a proposito della vittoria del centro-destra la locuzione “sussulto di dignità”. Io invece ribatto: gli avezzanesi quando mai hanno avuto un briciolo di dignità? È comprensibile negli anni Trenta per via del conformismo dell’epoca, ma dal 25 luglio 1943 al 25 aprile 1945 con un esercito straniero in casa… Erano tutti in vacanza, erano distratti?
Non si è trattato di una vittoria politica perché i programmi dei sei candidati sindaco erano simili; è successo invece che diversi avezzanesi erano oltremodo arrabbiati per le maniere di Di Pangrazio e ne hanno approfittato per affondare la lama nel segreto dell’urna. (Non sono mai stati dei cuor di leone, come si è appena detto).

Proseguo su questa linea, anche se rischio di prendere delle cantonate perché qualcosa comincia a muoversi.

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