Le vicende più ridicole,
puerili da un punto di vista della politica che io ho registrato in campagna
elettorale, sono avvenute nelle ultime due settimane quando qualcuno comincia a
temere il verdetto delle urne e perde il lume della ragione.
(Masochismo e politica).
Gabriele De Angelis ha indubbiamente lavorato alacremente per accreditare
un’immagine civica alla sua figura e
alle sue liste per cercare consensi in tutte le direzioni, riuscendovi in
generale. Vi è però stato un (pubblico) battibecco tra l’ex-coordinatore
cittadino (Forza Italia) Maurizio Bianchini e la commissaria (Forza Italia)
Paola Pelino a fine maggio, in cui sono stati riportati a galla per qualche
giorno termini come «centrodestra», «centrosinistra», «destra» e «sinistra» che
l’assicuratore aveva tenuto lontani il più possibile dal suo dizionario da un
paio d’anni. (Forza Italia aveva anche deciso saggiamente di non presentare il
proprio simbolo). È successa una cosa simile alle altre liste civiche? No.
Non solo, tale contrasto ha
anche rafforzato in qualche maniera il frame
del sindaco uscente: «la Senatrice ammetta che la coalizione di De Angelis è
solo strumentale ad aiutare Gerosolimo contro [Giuseppe] Di Pangrazio per una
guerra tutta a sinistra che non dovrebbe appartenerle» – Maurizio Bianchini. (Sarà
l’età, ma: «tutta a sinistra», mi fa sganasciare dalle risate). È simpatico
questo brano di quattro consiglieri sulmonesi di maggioranza, sulla senatrice
in questione: «ci sembra paradossale che a Sulmona Forza Italia si allei con il
PD per ottenere il seggio della Giovanna d’Arcore di Sulmona (che ricordiamo in
occasione delle primarie ha sottoscritto l’adesione alla carta dei valori del
PD) e ad Avezzano abbia invece accettato supinamente le condizioni dell’Ass.
Gerosolimo entrando in coalizione civica e spogliandosi del simbolo», in “Eravamo quattro amici al bar… con la
Pelino”, in «CentroAbruzzoNews» 31 maggio 2017.
La mazzata all’immagine di
lista civica è invece arrivata – nel senso: se la sono data non so quanto
coscientemente – con la successiva visita di Federica Chiavaroli
(sottosegretaria alla Giustizia) e Fulvio Martusciello (parlamentare). Di
Pangrazio aveva lamentato agli inizi della campagna elettorale l’ingerenza di
«stranieri»: io come la vedo? Non è una questione di tipo geografico ma politico
secondo me: era da evitare il più possibile la presenza di personaggi, figure
legate a partiti (vecchi, nuovi). Sono quelli gli «stranieri» quando si
dà forma a una lista civica. Ho poco
da ridire circa la presenza di Filippo Piccone da queste parti per il fatto di
essere il celanese, un berlusconiano della prima ora e frequentare Avezzano –
in senso politico – dalla metà degli anni Novanta: può starci. Paola Pelino è
la commissaria di Forza Italia e può starci anche lei – la sua visita andava
trattata senza clamore. Possiamo già cominciare a chiederci: sta facendo cosa
Andrea Gerosolimo da noi? Ancora meglio e più chiaramente, la sottosegretaria
appartenente a un partito nazionale (Alternativa popolare) o un signore che
dovrebbe stare a Bruxelles presso il suo gruppo politico che si chiama Forza
Italia-Partito popolare europeo. Anche in questo caso: si sono comportate allo
stesso modo le altre liste civiche avezzanesi? No. (Di Pangrazio è l’unico ad
avere due simboli di partito nazionale nella sua compagine, ma si è sempre
dichiarato «indipendente» – anche nel quinquennio precedente).
Io avrei invitato a
raccontare la propria esperienza da queste parti, qualche personaggio «civico»
sul serio, proveniente da una grossa città come Roma, Napoli, Milano o Torino.
(3/4)
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