giovedì 29 giugno 2017

Throw the baby out with the bathwater 1

Una sorta di riflesso condizionato o forse la cultura scientifica che ho coltivato nel corso dei decenni mi fa imbestialire quando qualcuno racchiude in un termine qualcosa d’intricato, complesso e mutevole. Sono stato perciò pregiudizialmente duro, con il termine «avezzanesità» tirato fuori da Di Pangrazio. (Tra l’altro: è una qualità riferita a chi?). È stata la sua una maniera sbagliata di porre una parte di un problema.
Io ricordo di essere stato uno tra la più che sparuta minoranza dei marsicani a non partecipare al «referendum» per l’istituzione della Provincia AZ e di essermi divertito un mondo a prendere in giro tale stravagante operazione – una trentina d’anni fa. (Si trattava di spernacchiare una quantità di conterranei quantificabile con una cifra ad almeno quattro zeri. La vicenda fu il classico buco nell’acqua, è bene raccontarlo alle giovani generazioni perché fu prontamente e collettivamente rimosso. Si auto-assolsero tutti). Qualcuno ha guadagnato sfruttando quel tema per la propria campagna elettorale. È venuto in dote qualcosa ai marsicani? Penso di no, sempre che non m’inganni la memoria.
I partecipanti a quel grosso movimento popolare intriso di passione, a quella consultazione che fine ha fatto?
(Dimenticavo: nello stesso periodo il senatore Giovanni Maria Nieddu da Arbus – un paese sardo, popoloso come Trasacco – eletto nel collegio d’Avezzano nella lista della Democrazia cristiana, tra il 1987 e il 1992. Se ne parla ancora; chi ci ha guadagnato con il suo assenso a tale scelta?).
È successo che diversi di quegli orgogliosi compaesani, in verità temprati nei secoli all’irrilevanza, alla marginalità, all’obbedienza – Perinde ac cadaver –, dopo qualche lustro e per alcuni anni hanno fatto su e giù in pellegrinaggio a Celano (meno di un terzo del capoluogo comprensoriale). Ci ha guadagnato qualcuno e ancora per la sua complicità. È venuto qualcosa in tasca agli avezzanesi o a una loro seppur minima parte? (Direttamente o indirettamente, per carità). Altro che Avezzano Provincia! La maggioranza dei marsicani ha anche accettato senza fiatare che Berlusconi e Tremonti eliminassero i fondi per l’ammodernamento della linea ferroviaria Roma-Pescara, come ho ricordato più volte – anche in quest’occasione: ‘tacere bisognava, e andare avanti!’. Ci avrà sicuramente guadagnato qualcuno con il suo silenzio; chi invece ha perso qualcosa – oltre ai pendolari, agli utenti occasionali, s’intende?

Alle recenti Amministrative cinque contendenti si sono trovati a fronteggiare il mondo costruito con astuzia e pazienza (personalmente) da Di Pangrazio, in quattro anni e mezzo. Si trattava di un mondo popolato da migliaia di persone in carne e ossa, più che la stazione di rifornimento costruita con i mattoncini Lego che si smonta con la manata di un marmocchio. (Numerosissimi avezzanesi sono rimasti fuori e in silenzio – prevedibilmente). Era una fortezza inespugnabile. (Non è un caso che chi l’aveva attaccato più duramente e a fondo sui mass media negli anni precedenti ha diradato le sue incursioni fino al silenzio, man mano che si avvicinava la possibilità di sferrare il colpo decisivo). Un proverbio recita: ‘In amore e in guerra tutto è permesso’. Non sta propriamente così considerando l’attività dei tribunali civili e militari ma ciò interessa a me per rimarcare che negli altri numerosi campi, vanno tenuti ben distinti e mai confusi i fini dai mezzi; i secondi vanno calibrati rispetto ai primi. (1/3)

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