domenica 4 giugno 2017

4 way street 23

È bene aggiungere dell’altro alla serie precedente; qualcosa riguardante le prime tre settimane di campagna elettorale: parto dalle correzioni. (Anche in questo caso: chiuso in tipografia il 25 maggio – altrimenti non ne uscivo più. Aggiungo il precedente: «qualche brano potrebbe trovarsi al momento sulla scrivania di qualche magistrato perché negli ultimi mesi si è registrato un insolito ricorso alle carte bollate da parte di uomini politici abruzzesi: segnalate e provvederò a cancellare»).
(Errata corrige). Avevo scritto (22): «la Giornata nazionale della bicicletta 2016 e il suo clamoroso fallimento – non è in programma quella del 2017, tra quattro giorni». L’annuncio dell’adesione alla manifestazione è in realtà giunto il pomeriggio del 12 maggio: Giornata nazionale della bicicletta ad Avezzano, il 14 maggio. (Organizzata dal Comune in collaborazione con Asd Pedalando – un’associazione sportiva). Oltre ai comunicati stampa, sono circolati degli sparuti mini-volantini perfino a colori (20,2 x 7,4 cm) che pubblicizzavano l’evento.
In questo lasso, sono state pubblicate le liste elettorali. Conosco trentotto su 576 candidati, mentre per quanto riguarda i «sindaci» arrivo a tre e si tratta dei più prossimi alla mia età. (Vi sono un paio di candidati con cui ho passato le elementari nella stessa classe e ho rischiato che ci fosse il terzo). Nei giorni precedenti molti di loro sono stati presentati generalmente e singolarmente come «eccellenze», quasi tutti «impegnati nel sociale» o «nel volontariato». (‘io venivo di là… | ma che bella città’). La cosa simpatica è che moltissimi – in genere gente che se la passa abbastanza bene forse perché eccellente – erano più e meno intenzionati a condurre una battaglia contro la povertà, una volta eletti. Non è male dopo che Berlusconi ha messo su il Movimento animalista e il comico italiano più famoso che crede d’essere diventato un nuovo francescano… (Ordo Fratrum Minorum, se la memoria non m’inganna).
Propongo un divertente e facile gioco – mi leggete da internet. Copiate le singole liste e poi provate a rintracciare alcuni nomi di candidati nel web, nell’ultimo anno in cronaca o alle pagine «culturali».
Gli unici partiti nazionali di cui vedremo il simbolo sono Pd e Udc. Posso oggi scrivere che si tratta delle prime elezioni dal secondo dopoguerra in cui non si presentano liste di destra e di sinistra. (Una scritta del Sessantotto recitava: «Après Marx, avril»). A chi andranno i voti di Rifondazione comunista? (È una domanda retorica, da noi, in quest’occasione). Perché non si presenta Noi con Salvini e soprattutto CasaPound, che si è fatta notare in più occasioni negli ultimi anni? (Si può togliere la curiosità smanettando su internet e un po’ di pazienza).

(In ultimo). Ho notato, senza sorprendermi più di tanto, che da queste parti non hanno attecchito nei programmi elettorali – nemmeno lontanamente – le riflessioni, le iniziative sulle periferie di Renzo Piano da quando è stato nominato senatore a vita (2013); idem, per Dario Franceschini (MiBACT) negli ultimi mesi. È un altro tassello del provincialismo dei miei compaesani – altrimenti non perderebbero tempo a discutere di una nuova destinazione del plesso Corradini-Fermi o di un pezzetto di via C. Corradini. (1/6)

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