Alcuni candidati sindaco hanno
chiesto aiuto ai cittadini per stilare il proprio programma. Tutto questo
rafforza la mia vecchia convinzione secondo cui l’attuale classe politica (vecchi
tromboni, di mezza età, giovani) non conosce la città in modo adeguato e
soprattutto, che essa non si assume una buona parte di responsabilità prima di proporre e in caso di elezione, di
decidere. Nei giorni in cui fu avviata la «consultazione popolare» per
affossare il restyling di piazza
Risorgimento, riassunsi le proposte che avevo incontrato a tal proposito nel
web nel giro di un’oretta. Vi erano: a) chi voleva l’isola pedonale, b) chi
preferiva ridurre la larghezza dei marciapiedi – ancora troppo larghi –, per
far circolare e parcheggiare più automobili, c) io propendevo per una Zona a traffico
limitato, d) doveva restare tutto com’era, e) immaginai che qualche compaesano
(Magliano dei Marsi) del vincitore del concorso per detto restyling, puntasse all’attuazione del progetto stesso. Domanda:
che cosa avrebbe dovuto scrivere sul programma il malcapitato collaboratore del
candidato sindaco, solo in quel giorno?
Durante la scorsa estate
qualcuno in vacanza da queste parti cui avevo raccontato come l’impressione di
trovarsi in una perdurante fase d’immobilismo è presente anche tra molti,
rimasti da queste parti – non abbiamo da anni il polso della situazione in
Italia e in Europa, tra l’altro. Lui ribatté: «È che siete rimasti pecorai, patanari…». (È in realtà il prodotto –
nel lungo periodo – dell’egemonia dei ceti e delle lobby più retrograde e oscurantiste;
di gente che guadagna con le rendite e la distribuzione più che con la produzione).
Non ho idea di cosa avrei
scritto d’altro durante questa lunga «tirata». Avrei certo raccontato della
coppia attendata per settimane in largo E. Merolli, degli alberi (Robinia pseudoacacia) recisi lungo via
G. Garibaldi e di una breve chiacchierata con Klaus Peter Diehl in trasferta da queste
parti: «È una catastrofe!», ripeteva adirato con l’Italia. La cosa peggiore in questa campagna elettorale, è
assistere a qualche decina di persone poco acculturate e ovviamente anche con
la puzza sotto il naso – è un’altra novità del 2017, la seconda – che
intervengono nel web, spargendo amenità. (Molto dispiaciuto nel frattempo, per
la morte di Oliviero Beha). Un po’ di riposo adesso, ma scriverò qualcosa
sull’argomento di queste ultime settimane entro martedì prossimo. Per
pubblicare qualcosa su queste beghe anche abbastanza kitsch di paese, ho tralasciato di scribacchiare – mi avrebbe intrigato
– sul cinquantenario di Sgt. Pepper, 1°
giugno. (6/6)
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