lunedì 26 giugno 2017

4 way street 39

L’hanno vista così, fuori: «È in vantaggio il sindaco uscente Giovanni Di Pangrazio, candidato del centrosinistra, sull’assicuratore Gabriele De Angelis, appoggiato dal centrodestra», AbruzzoWeb 24 giugno 2017. Un po’ imprecisa per quello che io ho scritto finora ma meno ipocrita della rappresentazione che ne è stata fatta da queste parti dai protagonisti e dai mezzi d’informazione – di là dell’acclarata permeabilità tra i due schieramenti. Titolava così IlCentro, stamattina 26 giugno: Il centrosinistra perde L’Aquila e Avezzano: Biondi e De Angelis i nuovi sindaci. Che fine ha fatto le liste «civiche», i candidati «civici»? Può chiedersi la stessa cosa a livello nazionale perché sono magicamente ricomparsi negli ultimi giorni i termini «centrosinistra» e «centrodestra» – che ha vinto un po’ ovunque. (Con mio sommo piacere perché non bisognerebbe mai vergognarsi delle proprie idee). Tiene però ancora bene questa: «Gabriele De Angelis ha indubbiamente lavorato alacremente per […] cercare consensi in tutte le direzioni, riuscendovi in generale» (31).
Non è finita come avevo previsto io mesi addietro. Non ha vinto Di Pangrazio, con massimo quattro punti di scarto bensì De Angelis con la (bella) differenza del 7,68%. (L’affluenza alle urne registrata dalla media nazionale è stata del 46% mentre da noi del 55,65%).
Non indago né m’interessa il retroscena di tale vittoria: Avezzano non è una città con la disoccupazione al 2%, un alto tenore di vita, un’università, ricca di fermenti culturali – né lo sarà mai. Nel senso: non è mai stata un posto dove la gente vota chi gli pare, il voto è largamente clientelare e basta convincere qualche capobastone a dirottare i suoi per far prevalere qualcuno. C’entra però anche il voto d’opinione nell’affermazione di De Angelis, in qualche misura – un «ballottaggio stranamente sentito dagli avezzanesi» (37). «Il 56% dei cittadini [42%, calcolando anche noi che non abbiamo votato] non vuole più questa Amministrazione», è stato a suo modo profetico del risultato finale.
Che dire? È cambiata poco o niente Avezzano negli ultimi cinquant’anni (per quello che mi consente di ricordare l’età); ha un alto costo sociale tutto ciò perché il mondo muta da solo e si spende perciò molto per mantenerlo simile o addirittura identico nel corso delle generazioni. Dopo quasi mezzo secolo sono tornati, come per incanto, gli animali nelle manifestazioni di massa, la Settimana marsicana, le corse d’automobili, Palazzo Torlonia e quindi l’«Ente Fucino» come Ursprung (anche Ziel) di chi vive da queste parti – altro che i «valorosi Marsi». I più giovani chiedano ai genitori o ai nonni, a che cosa corrispondeva nell’immaginario collettivo del secolo scorso, l’espressione «Ente Fucino».

(È proprio l’ultimo post sulle Amministrative 2017, grazie per la pazienza dimostrata).

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